Penne che scrivono la storia

È un gesto che continuo a fare. Certo poi in fase di stesura di articoli o libri passo a digitare sulla tastiera del portatile, ma prima è dall’inchiostro che passano le idee. Ho sempre con me una penna e un taccuino dove annoto. Pensieri. Parole sentite. Frasi lette. Titoli o incipit di nuove storie. Alcune di queste rimarranno lì, come coordinate di un viaggio solo progettato, altre invece poi spiccheranno il volo per diventare emozioni da condividere con gli altri.

Il gesto di scrivere è qualcosa che va oltre al semplice fare qualcosa. È un modo per fissare dei ricordi. È la modalità per sconfinare nel futuro. Sì perché è solo scrivendo che diamo forma e sostanza alle cose. Il primo atto per realizzare un sogno, piccolo o grande che sia.

È per questo che quando qualche giorno fa ho messo nel navigatore quell’indirizzo, sapevo che sarei andato in un luogo a me caro. Un luogo dove penne hanno scritto e continueranno a scrivere grandi storie. Via Ca’ Erizzo 41, Bassano del Grappa. Un luogo in cui bisogna scegliere di andarci. Così come deve essere per qualcosa che si decide di vivere ancor prima che trascorrerci del tempo. È fuori dai centri. È fuori dai passaggi obbligati. Ma è anche questo che lo rende ancora più unico, suggestivo e decisamente desiderabile.

Arrivato non ci sono grandi insegne a troneggiare. Non c’è né bisogno. C’è un edificio da osservare. Un edificio che dà già l’idea di un luogo che ha una sua sacralità industriale. Piuttosto c’è un campanello da suonare e una porta da varcare. E qui, il mondo Montegrappa si schiude. Passeggio silenziosamente tra le teche espositive dello show-room. Mi faccio rapire dalle tante bellezze espressioni di queste ultime collezioni di penne. Poi da cacciatore di storie compio a ritroso quella che viene denominata Montegrappa Experience, 110 anni di vita disseminati all’interno di un percorso esperenziale. Una linea del tempo decora una parete. Non sono solo date e accadimenti. Ma tracce di esistenza. Un’esistenza più che centenaria che ne fa capire il dinamismo, ciò che è stata, ma pure ciò che vorrà diventare. È questa l’essenza di un viaggio nel tempo: far emergere l’anima di un’azienda. Ma la dimensione più completa di cosa significhi Montegrappa arriva qualche istate dopo. È nella produzione che sembra che tradizione e innovazione trovino la loro perfetta combinazione. È qui che l’Alto Artigianato trova espressione e diventa un prodotto che ricorda la maestria di botteghe rinascimentali. La materioteca presente va guardata, studiata, ma soprattutto toccata mentre le capacità delle persone che rendono possibile tutto ciò, attraverso le loro competenze artistiche e l’utilizzo di macchine di precisione, diventano un tutt’uno con un obiettivo condiviso: creare qualcosa di bello. È proprio una manifestazione di bellezza. Un’espressione tangibile di un saper fare che in tutto il mondo ci invidiano.

Salito al primo piano varco altre due stanze. La prima è un vero e proprio archivio. Ci sono tutte. Penne uniche. Penne rare. Penne che hanno scritto la storia. Forse è anche per questo che adiacente c’è un’altra stanza. Tutte le quattro pareti sono intrise di ritratti. Statisti, sportivi, attori e molto altro ancora. È un vero wall of fame. Tutte persone che hanno siglato accordi, autografi o semplicemente pensieri con le Penne Montegrappa.

Non rimane che tornare al piano terra in quello show-room che mi aveva accolto un’ora prima. Prima di andare ringrazio. Già perché come in tutti i viaggi c’è stato un traghettatore. Nel mio caso è stata una traghettatrice che ha sicuramente qualcosa della musa ispiratrice. Non vi svelo la sua identità, vale la pena che la conosciate di persona. Perché questo viaggio è da fare, perché potrebbe apparire onirico e quindi vale la pena scoprire che effettivamente esiste.

Buon viaggio.

#ToBeContinued

Andrea Bettini