Avere un sogno e realizzarlo: la storia di Rockin'1000

Rockin'1000 Cesena (ph. by Viviana Vitale)

Rockin’1000 Cesena (ph. by Viviana Vitale)


 
Dicono che un sogno inizi a diventare realtà nel momento stesso in cui viene condiviso con qualcun altro. Se poi questo qualcun altro sono mille persone, si può dire che la sua realizzazione sia certa. Ma andiamo per ordine.
Quando il cesenate Fabio Zaffagnini raggiunge Claudia Spadoni a Forlì per un caffè, porta con sé una luminosità negli occhi, che è tipica di chi ha qualcosa d’importante da dire. È una cosa che accade almeno una volta nella vita a tutti noi. Una dichiarazione d’amore. La nascita di un figlio. Il sogno nel cassetto. In alcuni casi non è nemmeno circonstanziata la cosa. È puramente una straordinaria sensazione. Il sentir che si può lasciare un segno.
Fabio e Claudia sono legati da un’amicizia e da una forte passione in comune: la musica. Per Claudia è pure un lavoro, oggi Executive Producer e General Manager di Rockin’1000, in quegli anni lavorava a Milano come project manager per una società che organizza eventi. Per Fabio, all’epoca geologo marino, è la bellezza di andare ai concerti e vivere la ritualità di questi eventi.
Seduti al bar, Fabio salta i convenevoli e prima ancora di ordinare, fa la sua dichiarazione: <<Claudia, dobbiamo portare i Foo Fighters a suonare a Cesena e per farlo, dobbiamo fare qualcosa di eclatante.. costituire la band più grande al mondo>>. Il resto è storia. Il resto è quel 26 luglio 2015, a quasi un anno di distanza da quel caffè, che all’Ippodromo di Cesena si sono ritrovate mille persone tra chitarristi, batteristi, bassisti e cantanti di tutta Italia per interpretare Learn To Fly, una delle canzoni più popolari del gruppo statunitense capitanati da Dave Ghrohl, ex batterista dei Nirvana. E il video di quell’epica giornata diventa non solo virale in pochissimo tempo in tutto il mondo, ma visto pure dallo stesso Ghrohl, che non può che accettare un invito di tale portata, in termini numerici, di originalità, di pazzia, ma soprattutto pregno di tanta passione.
Quella che sembrava una provocazione diventa subito un progetto. Vengono coinvolte immediatamente altre persone. C’è da costituire un team. Francesco “Cisko” Ridolfi, amico di Fabio che fa il tecnico audio per capirne la fattibilità di questo apparentemente “folle” evento. Martina Pieri per la parte comunicazione e per dare un’identità visiva al progetto, che nel frattempo ha anche un nome Rockin’1000. Anita Rivaroli, che si occuperà della regia del video di quella che sarà la band rock più grande al mondo. Naturalmente servono anche i fondi per realizzare un’impresa di questo tipo. Ecco che allora a questo team tutto romagnolo si aggiunge Marta Guidarelli, che in realtà faceva altro nella vita, ma che si è occupata di recuperare sponsor e fare fundraising per il progetto. Naturalmente serve un ufficio stampa e qui Mariagrazia Canu è la persona giusta al momento giusto e poi tante altre persone, perché per mettere insieme 1000 musicisti servono insegnanti musicali in grado di seguire ogni sezione musicale. Il sistema è semplice. Una piattaforma online www.rockin1000.com che raccoglie le diverse candidature. Chi viene ritenuto idoneo, riceve i materiali per prepararsi. Semplificare la complessità.
Da sinistra: Claudia Spadoni, Martina Pieri, Mariagrazia Canu, Fabio Zaffagnini e Francesco "Cisko" Ridolfi - foto di Marco Onofri, Stade de France 2019

Da sinistra: Claudia Spadoni, Martina Pieri, Mariagrazia Canu, Fabio Zaffagnini e Francesco “Cisko” Ridolfi – foto di Marco Onofri, Stade de France 2019


 
Perché questa storia è importante? Perché c’è tutto ciò che racchiude l’essenza di un’impresa e del fare impresa. La grandiosità di un sogno, l’aver sempre ben presente un obiettivo, una definizione strategica dell’operazione. Un piano di esecuzione preciso e puntuale e la capacità di superare problemi e inconvenienti. Tutto questo nella formula romagnola: divertimento e lavoro, tanto lavoro. Leggerezza e concretezza, due cose che non sono in antitesi, ma che rappresentano il DNA di un saper fare di un’area specifica del nostro bel Paese.
Ma in questa storia c’è un altro dettaglio che fa la differenza, che la storia continua. Già perché dopo il successo di quel primo video virale e l’obiettivo raggiunto, qualche mese dopo i Foo Fighters si sarebbero esibiti al palasport di Cesena, la più grande rock band al mondo si era costituita. Si era creato un processo straordinario di condivisione di emozioni umane. Il progetto Rockin’1000 era pronto per fare altre date. Un primo concerto proprio a Cesena l’anno dopo. Poi Firenze, Parigi, Francoforte e via ancora. Una storia di amici che è diventata una società. Una storia di amici in grado di far accadere le cose.
Oggi Rockin’1000 è una band che fa concerti in grandi stadi, anche se esistono dei format un po’ più light in base a esigenze più specifiche. Rockin’1000 è una community con più di 25.000 iscritti. Rockin’1000 è pure un brand a tutti gli effetti.
Naturalmente dopo un 2019 importante, in cui la band Rockin’1000 viene chiamata, arriva la pandemia. Una battuta di arresto inaspettata. Ma con uno spirito come questo, non ci si arrende di fronte a nulla. Così arriva la creazione dei progetti di contenuti per aziende, che ha reso partecipe la community e poi il prendersi il tempo per strutturarsi ancora di più come azienda e per tornare ancora più forti di prima e fare concerti in tutto il mondo con l’obiettivo di allargare ancor di più la community e dare la possibilità a musicisti in tutto il mondo di partecipare alla realizzazione di grandiosi concerti in ogni parte del mondo
Una storia come questa non poteva che diventare un film We Are The Thousand – L’incredibile storia di Rockin’1000, un documentario diretto da Anita Rivaroli e disponibile online sulla piattaforma IWonderful.
Una storia come questa non poteva che essere portata avanti da belle persone. Già perché questo gruppo di ragazzi oltre ad essere bravi, competenti e in gamba sono pure belli. Bellezza non solo estetica ma data da quella luminosità negli occhi, che non è mai sparita.