Ci sono storie che sembrano già scritte per le quali, rileggendole a posteriori, se ne colgono dettagli che fanno capire che la direzione intrapresa dal racconto non poteva essere diversa. “Unire i puntini” citava Steve Jobs, nel suo celebre discorso all’Università di Stanford, il 12 giugno 2005, in occasione della consegna delle lauree.
Comunque sia, la storia di Alessandro Sonego qualcosa di scritto ce l’aveva. Quella sua passione fin da ragazzo per il mondo dell’elettronica era qualcosa di totalizzante. Le pagine della rivista Nuova Elettronica sfogliate in religioso silenzio. Il garage di casa attrezzato da laboratorio nel quale lavorava sui primi circuiti stampati, transistor, led e trimmer. Passione, questa per l’elettronica, coltivata, ma pure inseguita e finalizzata, forse con l’obiettivo più o meno inconsapevole di realizzare quel sogno che rispondeva a quella fatidica domanda “cosa ti piacerebbe fare da grande?”, interrogativo al quale Alessandro non mostrava una minima esitazione: “ingegnere elettronico”.
Ma come in tutto le storie, alcune volte c’è bisogno di qualcuno che ti dia il giusto incoraggiamento nell’intraprendere la strada che può rappresentare la svolta per il tuo saper fare, per il tuo saper essere. Alcuni lo chiamano mentore, altri potrebbero dire una serie di circostanze favorevoli. Che si tratti di destino o di fato poco importa. Ciò che ha valore è quando le persone che ti circondano ti stimano e vedono in te, quello che forse da solo non riesci ancora completamente a vedere: la tua capacità innata. Siamo all’inizio del nuovo millennio e sul consiglio degli allora titolari di Alessandro, di una serie di professori universitari che aveva incrociato nel suo cammino e di un carissimo amico, autorevole nell’ambito dell’ingegneria nucleare e che poi sarebbe diventato insieme a lui socio fondatore, compie un passo importante: costituisce Microglass.
Ancora una volta parafrasando quella che è la struttura di un buon racconto, per Alessandro Sonego questo rappresenta un punto di svolta. Tutte le sue conoscenze, tutte le sue capacità nell’elettrotermia per dare al mercato industriale nuove opportunità nell’utilizzare l’energia termica per le trasformazioni. È una vera sfida questa per l’ing. Sonego. È una straordinaria opportunità per portare innovazione in un ambito di applicazione non così evoluto, dal momento che se nell’industria le trasformazioni di tipo meccanico tra torni, frese, macchine a controllo numerico, robot e bracci antropomorfi, c’era un suo sviluppo, dal punto di vita dell’evoluzione dei trattamenti termici la situazione era molto arretrata. Veniva confinata all’utilizzo di combustibili come carbone, gas o gasolio e mancava una visione evolutiva anche da parte di chi avrebbe dovuto avere competenze tecniche.
Con Alessandro e Microglass, non solo arriva una visione, arriva pure una sperimentazione che trova immediatamente riscontro pratico. Il laboratorio Microglass con il genio creativo e applicativo di Alessandro inizia subito a realizzare brevetti che hanno un significativo impatto nel mondo industriale. Come il primo, da cui prenderà nome il laboratorio stesso, che si basa sulla fusione del vetro per fare fibre ottiche con le microonde. È straordinario come fin da subito, ciò che Alessandro riesce a fare, attira l’attenzione di grandi industrie e multinazionali. Le sue competenze, la sua capacità di padroneggiare, quella che comunque era una tecnologia nuova, legate alla sua giovane persona, autentica, appassionata e affidabile, diventano un binomio vincente.
Questa è solo la partenza per Alessandro. Un laboratorio che diventa la trasposizione di quel suo garage da ragazzo, dal momento che le stesse macchine, che aveva acquistato negli anni, vengono spostate fisicamente in questa nuova struttura e un primo collaboratore, un amico, da poco licenziato da una carrozzeria, che intravede in questo progetto una nuova importante opportunità. Manca solo un primo cliente, ma arriva pure quello. Un imprenditore brianzolo che era leader di mercato nella produzione di impianti per la verniciatura. Erano gli anni del cambiamento dalle vernici solventi a quelle ad acqua e Alessandro arriva con l’idea giusta al momento giusto. Propone dei forni a microonde per asciugare le vernici acquose: è un successo. Se in precedenza per fare la stessa cosa si utilizzavano forni ad aria, il cui risultato non era eccellente e soprattutto richiedeva un assorbimento elettrico di 220 KW, con la nuova tecnologia proposta a infrarossi, migliora decisamente la qualità del servizio e l’impatto energetico scende a 18 KW. L’imprenditore si innamora della cosa, non poteva essere diversamente. Alessandro riceve un incarico per produrre un numero considerevole di impianti al mese per i successivi tre anni. Per Microglass significa non solo una conferma di fiducia sull’operato, ma anche la possibilità di strutturare un business plan di sviluppo dell’impresa.
Alessandro fa anche qualcosa in più. Capisce che deve fare il salto da inventore a imprenditore. Dal momento che la tecnologia era legata alla sua persona aveva bisogno di creare una proposta che potesse da un lato rassicurare il suo committente e dall’altro creare un legame proficuo per entrambe le parti. È così che oltre a fornire il contenuto tecnologico, propone di formare i tecnici interni alle strutture committenti. In questo modo il cliente si ritrova a continuare a collaborare con lui, perché è vantaggioso da un punto di vista economico, ma nello stesso tempo qualora un giorno per motivi diversi volesse interrompere e internalizzare il servizio, avrebbe le persone preposte in grado di farlo.
Con questo approccio Alessandro dimostra non solo di avere delle competenze ingegneristiche termiche straordinarie abbinate a una capacità creativa nel trovare soluzioni innovative, ma anche di essere il partner imprenditoriale ideale per collaborazioni proficue continuative, ma che lasciano libertà al cliente di continuare da solo e in autonomia un percorso di innovazione di processo. Quello che funziona è il metodo proposto da Alessandro. Un metodo che permette di realizzare idee. Un metodo che è conveniente per le imprese, perché si trovano a poter implementare un’innovazione di processo con costi decisamente inferiori rispetto a quelli che dovrebbero sostenere se dovessero investire all’interno dell’ufficio ricerca e sviluppo. Un metodo che prevede un avanzamento per step, dando libertà di scelta al cliente se proseguire dopo ogni fase. Un approccio rassicurante ed efficace, tant’è che permette sempre poi di arrivare a conclusione del progetto.
Da quel primo cliente e da quel primo brevetto, per Microglass è una serie di successi e incarichi di prestigio con collaborazioni tra le più importanti realtà aziendali italiane e multinazionali di settori più disparati, dall’automotive, al food, dalla industria meccanica a quella di produzione di apparati elettronici. In pochi anni Microglass diventa il laboratorio di riferimento per la ricerca, la sperimentazione e l’implementazione di soluzioni innovative nell’ambito dell’utilizzo dell’energia termica per le trasformazioni industriali.
C’è un altro punto di forza nel saper fare di Alessandro. Consiste nell’organizzare al meglio un sistema virtuoso di rete. Una rete costituita da eccellenze nel saper fare nell’ambito della micromeccanica e microelettronica. Straordinarietà esecutive, ma che necessitano di un coordinamento in grado di permettere di fare un salto evolutivo nell’ambito di un’innovazione sistemica di processo. Per fare questo Alessandro capisce che c’è bisogno di uniformare i linguaggi di trasformazione delle informazioni e soprattutto trasferire in maniera oggettiva quello che può avere in testa una mente più creativa a chi poi questa idea deve realizzarla. La modellazione 3D diventa l’acceleratore di questo sistema di visualizzazione delle idee. La modalità per lavorare concretamente sulle idee e creare effettiva innovazione.
Nel frattempo si moltiplicano i brevetti realizzati da Microglass. Insieme ad essi i riconoscimenti sotto forma di premi ricevuti, ma in particolar modo di rinnovata fiducia accordata. Il laboratorio si popola di nuovi ingegneri, ma pure di laureati in matematica, in modo tale da avere soggettive diverse e menti libere nella fase di ricerca e sviluppo. Ma nella storia di Alessandro continuano ad aggiungersi entusiasmanti e nuovi capitoli. Dopo il consolidamento del laboratorio, attorno al 2013 viene fondata MIT, una prima azienda di scopo, specializzata nel settore alimentare e due, tre anni dopo per il settore ambientale Eprotech. La costituzione di queste società, permette una crescita importante del fatturato che da un milione e mezzo con la pura ricerca di Microglass, arriva a duplicarsi con due aziende che possono contare su una piattaforma tecnologica comune e allo stesso tempo di focalizzarsi su settori strategici come sono quello alimentare e ambientale.
Ma non è tutto. Alessandro coltiva sogni. Nel suo caso forse sarebbe meglio parlare di progetti da realizzare. Il primo riguarda quello di portare in borsa le due aziende nei prossimi due anni. Il secondo, sarebbe un vero e proprio cambio di paradigma nell’ambito dell’approccio della ricerca in Italia. Sulla base della sua oramai ventennale esperienza con Microglass, vorrebbe insegnare o trasmettere queste expertise nel gestire la ricerca all’interno delle istituzioni e delle università. Affiancare alla conoscenza che le università hanno a disposizione, la creatività, perché è convinto che l’innovazione di processo possa passare solo dalla gestione di questi due elementi.
Il suo sogno sarebbe quello che se una persona ha un’idea, dovrebbe rivolgersi alle università che potrebbero da un lato digitalizzare la sua idea, quindi come già lui fa, utilizzare la modellazione 3D per visualizzarla e far dialogare le eccellenze esecutive del nostro territorio per la loro realizzazione, oltre che procedere ad un’attenta analisi di mercato, perché l’inventore non deve innamorarsi di un’idea, deve capire se questa idea può funzionare ed avere un mercato. È una questione di coordinamento e di cambiamento di approccio. Perché, secondo Alessandro, l’evoluzione per una buona innovazione e una buona ricerca, può avvenire se c’è un’organizzazione in grado di trasformare le idee in qualcosa di reale.
Questa cosa non è ancora scritta nel racconto di Alessandro, ma se dovessimo scommetterci, rimettendo in fila tutto ciò che finora ha fatto, diciamo che la strada è tracciata. Si tratta solo di nuovi punti da unire che al momento non sono ancora completamente visibili, ma dei quali se possono ben intravedere le sagome.