Ci sono momenti in cui la vita sembra prendere una direzione diversa da quella che avevamo immaginato. Porte che si chiudono, strade che si interrompono all’improvviso. Per alcuni, questi ostacoli diventano macigni. Per altri, come Susanna Martucci, sono solo il segnale che è tempo di cambiare rotta.
Tutto è iniziato con un rifiuto. Non uno qualsiasi, ma quello che avrebbe potuto definire la sua carriera. L’azienda per cui voleva lavorare non aveva posto per lei. In quel momento avrebbe potuto arrendersi, lasciare che la delusione prendesse il sopravvento. Ma Susanna ha scelto un’altra strada: ha trasformato il “no” in una spinta per creare qualcosa di nuovo.
Da quel momento, il suo percorso ha preso la forma di un’idea rivoluzionaria: dare una seconda vita ai materiali di scarto, trasformandoli in oggetti di design. Così è nata Alisea, l’azienda che oggi rappresenta un modello di economia circolare e innovazione sostenibile. In un’epoca in cui la sostenibilità è diventata una necessità, Susanna era già un passo avanti. Il suo sguardo si posava dove gli altri vedevano solo rifiuti, immaginando nuove forme, nuove funzioni, nuove storie da raccontare. Il suo lavoro non era solo produzione, ma narrazione di un mondo che può essere diverso, in cui ogni scarto può tornare a essere valore.
Alisea ha dato vita a progetti straordinari: matite fatte con polvere di grafite recuperata, penne nate dagli scarti dell’industria automobilistica, tessuti rigenerati che raccontano di passaggi di mano e di tempo. Ogni oggetto ha dentro di sé una storia, un pezzo di passato che si è trasformato in futuro. Ma il cuore della sua impresa non è solo la materia. È l’idea che dietro ogni oggetto ci sia un pensiero, un gesto, una volontà di cambiare le cose. E questa filosofia ha fatto di Susanna Martucci non solo un’imprenditrice, ma una pioniera della sostenibilità in Italia. Perché alla fine, non sono le porte chiuse a definirci, ma il modo in cui scegliamo di reagire. E Susanna ha scelto di aprire un varco dove altri vedevano solo un muro. Con creatività, determinazione e la convinzione che ogni materiale, proprio come ogni storia, merita una seconda possibilità.