Hotel Danieli: una storia unica da raccontare



Venezia, dicembre 2020. Un paio di settimane al Natale. Il primo di un primo anno di pandemia. Speranze che si aggrappano a desideri. Cicatrici che tardano a sparire. Proprio la città lagunare porta con sé i segni di un destino maligno manifestatosi già con l’Acqua Granda del 12 novembre di un anno prima. In quell’inverno insolito, una mail nella casella della posta in arrivo assume un significato che ha qualcosa di più di un semplice invito a collaborare a un progetto. Nell’oggetto “Hotel Danieli: una storia unica da raccontare”. Nel testo la proposta per la costruzione di un percorso di formazione per i collaboratori dello storico hotel veneziano, in occasione del suo prossimo bicentenario. Quello che è accaduto dopo provo a sintetizzarlo nelle prossime righe.

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Gennaio 2022. Varcare la porta dell’Hotel Danieli è entrare in un’altra dimensione. Non è un semplice albergo. È un luogo che racchiude in sé 200 anni di storia, ma soprattutto anime diverse. L’architettura, l’arte e la bellezza di opere che trovano collocazione naturale in un contesto straordinario. La memoria di accadimenti e di protagonisti che hanno fatto la storia e che in questo spazio vi hanno soggiornato. Il cinema con i tanti film qui ambientati e le tante star hollywodiane che vi hanno trascorso momenti privati. Il legame con la musica, dai soggiorni di Wagner a Maria Callas che ha incontrato Aristotele Onassis qui al Danieli durante una festa.  Proprio la storia d’amore tra la divina e il grande armatore greco rappresenta uno degli episodi di una vera e propria trilogia di passioni che hanno visto il Danieli come ambientazione perfetta. La loro storia d’amore ha preceduto quella tra Eleonora Duse con Gabriele D’Annunzio e ancor prima quella dell’anticonformista scrittrice francese George Sand. Ma il Danieli è anche qualcos’altro. È ciò che accade a pochi brand che diventano icone. È ciò che accade ancora più di rado, quando un luogo prende vita grazie ai suoi ospiti e chi ci lavora non sono semplici comparse, ma veri protagonisti in grado di far vivere un’esperienza unica. È con loro che ho avuto il piacere di confrontarmi. È con loro che è iniziato un viaggio storico, ma soprattutto emozionale, conclusosi solo in questi giorni. Quattro mesi. 140 persone incontrate. Più di un semplice corso realizzato. L’obiettivo era quello di trasformare una linea temporale lunga ben 200 anni in una linea emozionale. Per fare questo siamo partiti dalla sostanza delle cose: gli accadimenti. Un lavoro certosino affidato ad uno storico come Filippo Merlo è diventato il manuale da cui partire. Sì perché come ogni viaggio bisognava andare oltre alle mappe: entrare dentro la storia. A supporto di questo una serie di produzioni video magistralmente condotte da uno che di storie di Venezia ne sa qualcosa: Alberto Toso Fei. Dopodiché le cose sono quasi accadute da sole. In ogni singola aula, come in un processo alchemico che rasenta la magia, abbiamo fatto emergere le emozioni. Come? È stato sufficiente ascoltare. Dare voce ai sentimenti. Far sì che le persone si spogliassero dei propri ruoli e condividessero il “loro Danieli”. È così che con il passar delle settimane la storia di questo luogo unico, si è arricchita di aneddoti e di momenti vissuti da soggettive diverse. È stata questa la vera bellezza di un percorso che ha voluto che ognuno aprisse lo scrigno dei propri ricordi. È così che sguardi diversi hanno contribuito ad aggiungere paragrafi a una storia condivisa. La bellezza della condivisione che passa attraverso le emozioni, come quelle provate la prima volta che ognuno dei presenti in sala ha varcato la soglia del Danieli. Perché è da lì che si parte. Chiudendo gli occhi, ripensando a quel primo giorno per poi ritrovare quelle sensazioni di rinnovato stupore che solo un luogo come questo può dare. Orgoglio, senso di appartenenza, ma pure responsabilità per essere privilegiati ambasciatori di un qualcosa che va all’essenza dell’ospitalità, quel prendersi cura dei propri ospiti e diventare artefici di un’esperienza da raccontare.

Questo viaggio formativo si è concluso solo da pochi giorni. Sono ancora tante le emozioni da far decantare. In ogni tappa, con ogni gruppo c’è stato un qualcosa che mi sono portato a casa. C’è un fil rouge però che ha accomunato tutto questo percorso o forse è meglio parlare di binomio ben amalgamato, così come lo sono le due facce di una medesima medaglia. Questi due elementi sono professionalità e umanità. Strettamente uniti. Perché la vera differenza è data dal saper fare le cose e dal far sentire bene le persone. La storia del Danieli passa anche da questo, soprattutto da questo e se c’è una certezza che mi porto a casa da questo viaggio è proprio questa.

Arrivati a questo punto ci sarebbero una serie di persone da ringraziare. Ne cito due, solo perché la lista di tutti coloro che hanno partecipato a questo percorso richiederebbe un post a sé.
La prima è il Direttore dell’Hotel Danieli Gianrico Esposito che ha dato l’inizio ad ogni incontro con delle parole che non erano di circostanza, ma pregne di passione ed entusiasmo. La seconda, è colei che è diventata la mia compagna in questo splendido viaggio, Lisa Delli, Training Manager di Marriott International. La firma in calce a quella prima mail del dicembre 2020 era la sua e sua è stata anche quella presente nella mail del 7 aprile 2022 il cui oggetto questa volta era un “Grazie!”.

#ToBeContinued

Andrea Bettini