Per capire la crescita dell’impresa di cui vi sto per parlare bastano un po’ di numeri. Un fatturato che è passato da 5,9 milioni nell’anno successivo alla sua fondazione, il 1997, a 1.483,8 milioni nel 2021. Un organico che nello stesso periodo è cresciuto da 83 collaboratori a superare quota 9.000 nel dicembre 2020.
Per sapere cosa fa questa impresa, che è una vera e propria multinazionale italiana, è sufficiente sapere che è leader nell’ambito dell’Information Technology, per maggiori informazioni e dettagli questo è il sito Internet. Per conoscere la genesi di questa impresa e la visione del suo fondatore non posso che rimandarvi alle parole dell’amico Riccardo Luna. Dopodiché, se volete conoscere il perché da anni questa azienda ha creato un programma di challenges tra le più apprezzate nel mondo, prendete qualche minuto per conoscere Filippo Rizzante, figlio del fondatore Mario e attuale CTO di Reply, perché è proprio di Reply che stiamo parlando.
“È un modo per creare community attorno a ciò che facciamo”.
Si conclude così la nostra chiacchierata. Con un sorriso, così com’era iniziata. Perché c’è un qualcosa che alimenta il lavoro di Filippo. Questo qualcosa si chiama passione per l’informatica. Un qualcosa presente fin da bambino, complici forse i primi computer con i quali trascorreva del tempo, con tanto di manuale di programmazione su una mano e quello di inglese dall’altra. Complice sicuramente un padre che ha sempre guardato al futuro e se l’esempio è il primo grande insegnamento, Filippo e la sorella Tatiana (attuale amministratrice delegata della società) sono stati bravi allievi. Entrambi ingegneri informatici. Entrambi portatori di una filosofia legata al digitale che punta il riflettore sia sull’importanza di avvicinare i ragazzi al senso più profondo di cosa c’è dietro a quello che loro utilizzano in maniera naturale nella loro quotidianità, sia nel far capire a imprenditori e manager, che l’evoluzione stessa delle loro imprese passa proprio da qui.
Le Reply Challenges nascono proprio per questo motivo. Avvicinare pubblici diversi, con l’obiettivo di creare delle vere e proprie comunità attorno le quali il tema della cultura digitale possa essere il luogo per far germogliare da un lato nuove e potenziali figure professionali legate all’ambito IT e dall’altro condividere con le imprese un percorso di crescita, dove la tecnologia, sia non tanto la direzione, ma il facilitatore all’interno di processi, modelli organizzativi e flussi di comunicazione.
Le Challenges si sono moltiplicate negli anni. Nel numero dei partecipanti. Nella verticalizzazione di tematiche. La Reply Code Challenges da poco conclusasi, ha visto più di 22 mila partecipanti, 112 nazioni coinvolte e più di 3 mila team che si sono confrontati nella risoluzione di problemi di logica e algoritmi. Una standard edition, rivolta a studenti universitari e professionisti e una Teen Edition aperta a ragazzi di età compresa tra i 14 e i 19 anni. Alla consolidata e rinomata Reply Code Challenges, si sono aggiunte più recentemente la Reply Sustainable Investment Challenge, ideata in partnership con Banca Generali, per avvicinare gli studenti al mondo degli investimenti sostenibili, la Creative Challenge, che è diventata la più grande sfida in Europa per giovani creativi, organizzata in collaborazione con importanti brand internazionali e la Cyber Security Challenge, basata sulla ricerca di specifiche vulnerabilità nascoste all’interno di software e sistemi informatici.
Nel dialogo con Filippo c’è un punto sul quale si sofferma. Prende fiato prima di parlare, come per dare più potenza alle parole che sta per enunciare. “Il futuro del lavoro, di qualsiasi lavoro, passa dalla tecnologia”. La sua non è una previsione. È una constatazione oggettiva di chi in questo mondo oramai ci lavora da quasi venticinque anni e da molto prima ne è stato piacevolmente immerso. Dopo una pausa aggiunge: “È per questo che occorre creare una conoscenza approfondita attorno alle tecnologie… sottolineando che parliamo di tecnologie digitali, ma che oramai sempre più hanno un impatto sul mondo fisico”. Mentre mi dice ciò mi viene alla mente la recente esperienza alla guida di un’auto completamente elettrica, che ancor prima di essere un motore, quattro ruote, un veicolo di spostamento, è un software, il cuore pulsante. Ma questo accade sempre più in oggetti che usiamo tutti i giorni, dalla macchina del caffè allo smarthphone, che tanto per ricordare non è un cellulare.
Le tecnologie digitali stanno trasformando tutto. Dalle relazioni tra gli individui ai modelli di business delle imprese. Dal come ci comportiamo al come si sviluppano i processi all’interno delle organizzazioni. In quel tutto c’è la sfera personale e quella professionale. In quel tutto ci sono le opportunità di trovare soluzioni alle sfide del futuro in primis quella ambientale e la speranza che guerre come quella che stiamo vivendo tra Ucraina e Russia siano le ultime scene di conflitti il cui senso non si trova, dal momento che proprio le interconnessioni ci hanno fatto capire che tutti siamo parte di un qualcosa che va oltre i confini fisici.
Questa è la funzione della tecnologia. Creare un mondo migliore, ove solo la fantasia dell’uomo potrà definirne il domani. È per questo che è importante creare una giusta cultura digitale. Reply ci sta mettendo del suo. Le Reply Challenges, che contano una comunità di 140.000 giocatori, insieme al programma Reply Code For Kinds e al Master di secondo livello su AI & Cloud del Politecnico di Torino, sono solo alcuni degli esempi che testimoniano l’impegno di Reply verso lo sviluppo di modelli formativi innovativi, capaci di coinvolgere le nuove generazioni e creare la giusta consapevolezza sul tema della tecnologia per chi fa impresa oggi.
Per oggi è tutto. Saluto Filippo. È un arrivederci. Dialogheremo ancora insieme. Torneremo a parlare di tecnologia, di futuro, di vita. È qualcosa di più di una sensazione.
#ToBeContinued