Cosa sarà

cosa saràÈ l’estate del 1979 e due straordinari cantautori italiani come Lucio Dalla e Francesco De Gregori decidono di fare insieme una tournée negli stadi italiani. Banana Republic sarà il nome di questo tour, passerà alla storia degli eventi musicali italiani, diventerà un disco live e pure un film-concerto. Tra i tanti brani di successo, in quel tour uno che sarà poi destinato a cristallizzarsi nel tempo sarà: Cosa sarà.
Senza entrare nel merito di un’analisi minuziosa di quel testo, è chiaro che quel “cosa sarà” è riferito alla magica alchimia che fa accadere determinate cose. Da aziendalista come sono, ho sempre traslato quel “cosa sarà” al mondo della narrazione d’impresa: “Cosa sarà che permette a un racconto di un’impresa di diventare una storia efficace, attrattiva e unica?”.
Al di là dei tanti manuali presenti sul tema, credo che fondamentalmente ciò che fa di un racconto, un grande racconto siano poche, ma fondamentali regole:
–      Autenticità. Non è sufficiente scrivere una bella storia. Questa storia deve essere autentica. Ancora una volta si crea un legame indissolubile tra la sostanza e le forma delle cose. La sostanza è che i fatti devono esserci. La narrazione ha la finalità di trasferire attraverso una forma efficace di comunicazione ciò che effettivamente c’è. Autenticità è anche mostrare il proprio lato umano, quello fatto delle difficoltà che un’impresa deve affrontare tutti i giorni. È lì che avviene quell’immedesimazione da parte di chi questa storia andrà a leggerla e si crea quel gancio emotivo che fa sì che il racconto di un’impresa diventi il “nostro” racconto;
–      Emozioni. Collegandoci al punto precedente, la vera sfida è quella di passare da un assetto comunicativo da history a quello di story, il che significa trasformare una linea temporale, in possesso ad ogni impresa, ad una linea emozionale. È un po’ il passaggio che avviene dalla lettura di un didascalico libro di testo di storia, pregno di date e accadimenti, a quello di un romanzo storico, intriso di emozioni, suggestioni e che lascia ampio margine alla nostra immaginazione.
–      Semplicità. Le storie più potenti sono quelle più semplici. Semplicità non è banalizzazione, ma la capacità di semplificare concetti che potrebbero essere complessi. Un approccio POP al racconto è particolarmente funzionale. L’originalità della storia deve emergere senza forzature, senza una ricerca ossessiva di un effetto wow. L’era dei fenomeni è terminata. Diamo spazio a storie di persone ordinarie che fanno cose straordinarie.
Questa non vuole essere una lista esaustiva, ma un buon punto di partenza dal quale partire quando si è decisi di iniziare il proprio racconto d’impresa. E ancor prima di iniziare è fondamentale un’altra cosa: ascoltarsi. Perché è solo ascoltandosi che si può mettere a fuoco il proprio personale “cosa sarà”.