Nel 1924 Andrea De Luca tornò ad Amalfi.
Aveva vissuto l’America degli anni Venti, respirato la frenesia di New York, cercato fortuna come tanti italiani in quegli anni. Ma il richiamo della sua terra fu più forte. Tornò per amore. Non solo delle sue radici, ma di una visione: quella di trasformare il lavoro in una forma di relazione, il mestiere in vocazione.
Acquistò una piccola attività già esistente, la “Tipografia del Chiarito”, e ne fece il centro di un sogno concreto. Non era un fondatore, era un ri-fondatore. Non costruì da zero, ma rigenerò, riattivò, diede senso. Da quel momento, per tutti fu “Il Tipografo di Amalfi”: un titolo che è rimasto nella memoria del territorio e che continua a dire molto ancora oggi.
Sulle orme di quel gesto fondativo, si mossero poi i suoi tre figli: Antonio, Giuseppe e Carlo. Tre caratteri, tre modi diversi di intendere il lavoro, ma un’unica direzione: custodire e far crescere un’impresa che portava con sé il profumo del mare e l’etica del fare.
Antonio era il pensatore, Giuseppe il decisionista, Carlo il mediatore. Insieme guidarono l’azienda nel passaggio da Amalfi a Salerno, attraversarono le trasformazioni del dopoguerra, introdussero nuove tecnologie, ma sempre con uno sguardo artigiano. Ogni sacchetto di carta era un messaggio. Ogni fornitura, una promessa mantenuta.
Oggi quell’impresa vive nella guida di Andrea De Luca, figlio di Giuseppe. Porta il nome del nonno e ne incarna la visione, ma con una voce e un passo tutto suo.
Entrò in azienda giovanissimo, nel 1989, per una circostanza imprevista: lo zio Carlo si infortunò e lui, ancora studente, dovette lasciare gli studi per prendere in mano l’operatività quotidiana. Si ritrovò in produzione, accanto a operai esperti, in un tempo in cui l’azienda stava cambiando pelle. A formarlo furono l’esperienza sul campo e l’esempio di persone come Antonio Carrano, capofabbrica, che gli insegnò non solo a fare, ma a lavorare con dignità e metodo.
Pochi anni dopo, al suo fianco entrò anche il fratello Raffaele, con cui ha condiviso per molto tempo un percorso professionale costruito su ruoli complementari e grande equilibrio. Andrea si è concentrato su amministrazione, finanza e visione strategica; Raffaele, invece, ha portato la sua creatività nella produzione e nella gestione commerciale. Una divisione spontanea, senza gerarchie rigide, ma con rispetto reciproco e una dedizione condivisa verso il futuro dell’impresa.
Oggi i due fratelli hanno intrapreso strade diverse, ma restano uniti da una storia familiare vissuta insieme, fianco a fianco, nel segno della continuità.
Andrea, nel suo ruolo di CEO, ha guidato l’azienda verso la produzione di carta da involgere per alimenti e per l’imballaggio flessibile, l’internazionalizzazione, la sostenibilità. Ha costruito una cultura d’impresa che non si limita a resistere nel tempo, ma che lo abita con consapevolezza. E nei gesti più piccoli – come quando da ragazzo chiese lo sconto studenti per volare a visionare un lotto di carta – si riconosce ancora oggi quella cura, quell’attenzione, quella sobrietà che sono il filo rosso di questa storia.
Con il recente innesto nella struttura industriale di un’azienda storica quale la cartiera di Rivignano, già leader indiscussa da oltre 60 anni attiva nella produzione di carta per alimenti in Italia e in Europa, è da poco entrato in azienda anche Francesco Giuseppe, figlio di Andrea. È giovane, la sua presenza è ancora discreta, ma segna un passaggio importante: l’apertura alla quarta generazione. Una nuova pagina che si affaccia, e che si scriverà con il passo lento e sicuro di chi conosce bene le proprie radici.
Oggi, quell’impresa nata in una tipografia della Valle dei Mulini è diventata una realtà industriale solida, innovativa, riconosciuta.
Con uno stabilimento di 30.000 metri quadri a Salerno, trenta collaboratori, un fatturato da 40 milioni di euro, una produzione annua di 30.000 tonnellate di carta da involgere per alimenti e un EBITDA del 10%, De Luca Industria Grafica e Cartaria continua a crescere.
Ma lo fa alla maniera di sempre: con rispetto, con coerenza, con quella sobria ostinazione che ha trasformato un torchio in una visione.
La storia dei De Luca non è solo una cronaca imprenditoriale. È un racconto di ritorni, passaggi di testimone, senso del dovere e amore per il proprio lavoro. È la prova che fare impresa può ancora significare costruire valore – vero, profondo, umano.
Una storia da custodire e soprattutto, da continuare.
Una storia da #ToBeContinued.