
Nelle Langhe di fine anni Sessanta c’era una piccola fucina: il nonno fabbro e il figlio Ferruccio forgiavano inferriate e cancelli. Da quel mestiere artigiano è partita una storia che nel 1977 ha preso forma ufficiale con la nascita di Simic, fondata da Ferruccio Boveri insieme a Giuseppe Ginola. Da allora, quella scintilla non si è mai spenta: l’azienda è cresciuta passo dopo passo, trasformandosi in una realtà internazionale capace di unire officina ad alta tecnologia e cantieri aperti in tutto il mondo.
La storia di Simic è un cammino costante: investimenti in competenze e impianti, officine che crescono (come quella di Marghera, affacciata sul mare, nata per gestire pezzi di grandi dimensioni) e una progressiva presenza in più Paesi con sedi e cantieri. È una crescita fatta di scelte misurate e di “palestra italiana” che tempra alla complessità, prima di portare il mestiere nel mondo.
Nel DNA dell’azienda si legge chiaro un tratto: vedere i problemi come opportunità. “Noi viviamo di problemi”, racconta Fabrizio Boveri aggiungendo: “è un criterio di selezione e un metodo di lavoro. In officina e nei cantieri la richiesta è sempre la stessa: arrivare al cliente con tre soluzioni, non con una scusa. Questo approccio ha alimentato due anime complementari che sono quella dell’officina ad alta tecnologia, capace di produrre componenti per impianti criogenici e in alto vuoto con precisioni millimetriche e quella, della cantieristica per l’installazione e manutenzione di impianti complessi”.
Le tappe di svolta confermano la traiettoria. A fine anni ’90 l’ingresso nei grandi progetti della ricerca; nel 2004 arriva dal CERN il Golden Hadron Award per i vacuum vessels dei magneti superconduttori dell’LHC. Nel 2006 inizia il percorso nella fusione, che porterà, tra l’altro, alla produzione delle Radial Plates e poi alla fornitura di 10 su 18 Toroidal Field Coils per ITER (prima spedizione nel 2020). Sono passaggi che hanno consolidato il ruolo di Simic nelle “grandi macchine” della scienza.
Nel 2012, il consorzio SIMIC–CNIM si aggiudica il contratto europeo per 70 Radial Plates del sistema magnetico di ITER, un impegno di circa 160 milioni di euro: un banco di prova industriale che richiede investimenti dedicati, processi speciali e una squadra allenata all’eccellenza.
Dietro la traiettoria aziendale c’è la cifra personale di Fabrizio Boveri. Nessun ruolo predefinito: “mi sono dovuto ritagliare il mio spazio”. Un episodio, quasi casuale, lo manda sui cantieri e ne orienta la carriera. Da allora, l’immagine calcistica che usa spesso lo fotografa bene: “Ogni giorno si riparte da 0 a 0, ogni partita va rigiocata. È un invito a non sedersi mai”.
Il merito, nel racconto di Boveri, non è una parola astratta: è la “luce negli occhi” di chi entra in Simic. “Le competenze si acquisiscono; l’attitudine no”. Da qui le crescite verticali e trasversali: tubisti che diventano capisquadra, poi ufficio tecnico, poi project manager. La fiducia è la leva: si mette il volante in mano alle persone giuste e si lascia strada, senza mettere paletti alla responsabilità.
C’è anche un cambio di sguardo sulla comunicazione. La riservatezza “langarola” resta, ma oggi attrarre giovani ingegneri e tecnici richiede di raccontarsi con più consapevolezza. Non per autocelebrarsi, ma per rendere visibile la sostanza, il metodo, le opportunità di crescita interna che l’azienda offre a chi ha ambizione e curiosità.
Un esempio concreto dell’approccio “problem solver” viene dal mondo food: conoscendo bene i colli di bottiglia del cliente, Simic ha ideato tramite una startup interna un tubo elettrico a infusione che abbatte drasticamente i consumi energetici nel trasferimento del prodotto. Non è il core business del cliente, ma è un problema reale: intercettarlo, progettarlo, industrializzarlo — questo è il modus operandi di Simic.
Lo sguardo, però, è già oltre l’oggi. “Il nostro compito è guardare a dieci anni”, dice Boveri. La sfida è diventare i depositari dei processi che i clienti non presidieranno più internamente, portando in casa Simic competenze critiche e capacità di orchestrare soluzioni end-to-end. Professionalità come unica vera tutela—per l’impresa e per le persone. È un obiettivo ambizioso, ma coerente con la traiettoria: dalle officine artigiane ai magneti della fusione, passando per i cantieri nel mondo, con la stessa idea semplice e impegnativa di sempre: “trasformare i problemi in opportunità”.
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Andrea Bettini