
Pierluigi Aluisio, Fondatore e Presidente Venicecom Group
C’è un’idea che resiste nel tempo, che non si lascia piegare dai modelli dominanti né dalle logiche del mercato globale: l’idea che anche nell’innovazione tecnologica ci possa essere spazio per l’ascolto, per la relazione, per una misura umana. È attorno a questa convinzione che nasce e cresce Venicecom, impresa fondata a Venezia da Pierluigi Aluisio, oggi punto di riferimento internazionale per chi cerca non solo un software di qualità e su misura delle proprie esigenze, ma un approccio.
La loro storia comincia nel 1998, in un’epoca in cui il web sembrava ancora una promessa lontana e tutto era da costruire. Eppure, già allora, c’era un’intuizione forte: mettere la tecnologia al servizio delle persone, e non viceversa. In un mercato sempre più dominato da colossi e standard globali, Venicecom ha scelto un’altra via. Quella della sartoria digitale. Non una multinazionale qualunque, ma una “multinazionale tascabile”, come ama definirsi. Una realtà capace di pensare in grande, agendo però con la cura di chi cuce soluzioni su misura.
Nel tempo, questa visione si è trasformata in una presenza concreta in tre continenti. Non con filiali anonime, ma con joint venture locali costruite intorno al rispetto culturale, alla fiducia, alla capacità di condividere valori prima ancora che obiettivi. Dall’Asia all’Africa, passando per l’Europa, Venicecom ha portato con sé un’idea diversa di impresa: una che dialoga, che ascolta, che crea ponti. E non a caso, il simbolo scelto per la società di formazione del gruppo VeniceBridge è proprio il ponte di Rialto.
In un’epoca in cui l’innovazione sembra rincorrere se stessa, Venicecom ha preferito fermarsi a riflettere su cosa serva davvero. È da questa domanda che sono nati i tre prodotti di Governance Digitale dei processi che oggi rappresentano i preziosi asset dell’Azienda. Il primo, sviluppato in risposta alle esigenze di efficienza e trasparenza della Pubblica Amministrazione, si chiama PRO-Q. Più che un semplice portale di e-Procurement, è una piattaforma collaborativa capace di gestire tutto il ciclo degli acquisti con chiarezza, personalizzazione e controllo. Non si limita a far risparmiare tempo o denaro: restituisce alle organizzazioni la possibilità di scegliere con consapevolezza e lavorare efficacemente ed efficientemente con i propri fornitori, in un ecosistema orientato al risultato.
Il secondo nasce dal mondo dell’ingegneria e delle grandi opere pubbliche e private, e si chiama KronosApp. È qui che si coglie appieno l’approccio Venicecom: non un software di project management generico, ma una piattaforma di Project Governance con avanzatissime dashboard di monitoraggio e indicatori di performance, capaci di monitorare in tempo reale ogni aspetto di una commessa, dall’avanzamento del valore della produzione alla rendicontazione economica e finanziaria, dalla verifica dei flussi di lavoro alla produttività dei team interni ed esterni, dal controllo delle tempistiche agli scenari di completamento delle commesse disegnate dall’intelligenza artificiale. Dietro questo progetto c’è un’intuizione: quando la complessità cresce, serve una bussola semplice ma precisa, che permetta a chi guida i progetti di avere tutto sotto controllo — e di poter intervenire in anticipo, non a danno fatto.
Il terzo pilastro è Kalmo, una suite interamente dedicata alla salute e sicurezza sul lavoro. Ma anche qui, nulla è lasciato al caso: ogni modulo è stato pensato per rispondere a un bisogno specifico. Dalla gestione dei dispositivi di protezione individuale alla formazione, dalle visite mediche alla telemedicina, Kalmo non è solo uno strumento di pianificazione e controllo della sicurezza dei lavoratori, è un alleato nella prevenzione, nella tutela, nella responsabilizzazione delle aziende; sempre mettendo al centro le persone e le loro mansioni. È anche uno dei prodotti più evoluti nel settore, tanto da essere utilizzato in contesti ad alto rischio internazionale come il petrolchimico, nucleare, le infrastrutture e i trasporti.
Eppure, il vero valore di Venicecom non è solo nella tecnologia. È nel suo posizionamento etico. “Noi non siamo per tutti” è una frase che ricorre spesso nelle parole di Aluisio. Ed è proprio questa esclusività ad aver permesso all’Azienda di diventare il partner ideale per quei leader d’azienda che non mirano solo alla trasformazione digitale, ma aspirano a grandi innovazioni a beneficio delle persone. “Il nostro cliente ideale — racconta — è quello che sta in cima alla piramide dei bisogni di Maslow, quello che ha bisogno della nostra capacità di ascolto, comprensione e capacità di concretizzare il suo sogno di innovazione anche se questo precorre i tempi e la comprensione dei più”.
Una scelta che Aluisio ha applicato prima di tutto a sé stesso. Ha rifiutato le scelte mainstream, le scorciatoie discutibili, i capitali facili, i fondi speculativi. Ha scelto di restare indipendente, anche quando significava assumersi in prima persona il rischio degli errori. Ha imparato a proprie spese, pagando con le sue risorse e il suo tempo. Ha saputo — come dice lui stesso — “farcela con le sole forze proprie e dei collaboratori che condividono gli stessi valori e talenti”, resistere anche quando tutto sembrava remare contro. E in un gesto non comune nel panorama imprenditoriale, ha deciso sempre di circondarsi di manager talentuosi con abilità e competenze maggiori delle sue, perché il bene dell’azienda viene prima del proprio ego. “È una cosa difficile da accettare — ammette — ma se vuoi che la tua impresa cresca davvero, devi saper fare un passo di lato”.
C’è anche un altro aspetto che racconta la sua visione. Quella inquietudine costruttiva che spinge sempre a guardare avanti, a cercare soluzioni, a non adagiarsi. È la stessa che lo ha portato, più di vent’anni fa, in un villaggio in una missione della savana del Kenya. Voleva adottare un villaggio, per avere uno stimolo alto nel lavoro proprio e di tutti i suoi collaboratori.
Ne è tornato con una consapevolezza più profonda: non siamo noi ad aiutare loro, sono loro che arricchiscono noi. Da quell’esperienza è nata l’onlus Infiniti Ponti, e un percorso che ha coinvolto anche altri volontari, imprenditori e i collaboratori dell’azienda e, portando alcuni di loro in Africa per vivere in prima persona il valore delle cose semplici, del tempo, della reciprocità.
Oggi, guardando al futuro, Venicecom non ha l’ambizione di diventare per forza più grande. Ha un’altra ambizione: continuare a essere scelta da chi vuole fare innovazione con il coraggio di andare controcorrente e responsabilità verso le persone. Perché, come ha dimostrato in questi venticinque anni, anche una realtà nata tra le acque della laguna può costruire ponti che arrivano lontano. Ponti tra persone, tra culture, tra religioni, tra tecnologie e bisogni reali. Con delicatezza, visione e una straordinaria coerenza.
A guidare questa filosofia, sin dall’inizio, c’è un antico proverbio africano che Aluisio condivide con ogni nuovo collaboratore:
“Se vuoi andare veloce, corri da solo ma finirà male. Se vuoi andare lontano, piano piano ci arriveremo insieme”. Un principio semplice, ma radicale. Lo stesso che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha richiamato nel suo brindisi ufficiale durante il vertice Italia-Africa lo scorso anno, e che forse racconta meglio di ogni altra cosa lo spirito con cui Venicecom continua ogni giorno a camminare. Nessuno da solo. Ma tutti uniti, umanamente insieme.
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