A domanda risposta

Un incontro, una sala gremita e il momento delle domande.
#STRATEGIA
“È sufficiente una bella storia?”
L’interrogativo arrivava dalla prima fila. Con il sorriso imbarazzato di chi pensa di aver posto una domanda retorica, l’occupante il posto centrale, iniziava ad abbassare lentamente quel braccio con il quale si era prenotato per la prima domanda.
No”, risposi.
Una parola secca composta di due lettere precedute da nessuna pausa, che se ebbe l’effetto iniziale di attenuare l’entusiasmo in sala, destò un silenzio in grado di attirare l’attenzione di tutti i presenti, anche del fonico intento diligentemente al suo lavoro.
Poi aggiunsi: “Alla base di tutto deve esserci una strategia. Il Corporate Storytelling non è un esercizio di stile, non è una modalità per esprimere il proprio estro creativo adottando linguaggi diversi come la scrittura, la fotografia o l’immagine in movimento”… totale silenzio in sala fino a quando non ripresi dicendo: “Non è narrativa, ma l’applicazione strategica della tecnica narrativa”. E con questa frase un respiro di sollievo collettivo pervase l’intero ambiente. Completai la risposta con queste parole: “Il Corporate Storytelling è una metodologia a servizio delle imprese e come ogni altro supporto aziendale se non ha definiti a priori gli obiettivi, i piani, gli scenari e le azioni, non può essere misurabile, nè completamente efficace”.
#COMPETENZE
Recuperato l’entusiasmo da parte della platea di imprenditori, un nuovo interrogativo prese forma e sostanza questa volta da una delle ultime file.
Ma non possiamo raccontarcela da soli la nostra storia aziendale?
Per non gelare nuovamente la sala, in tono pacato, mantenendo la cordialità che mi contraddistingue, risposi: “Ci sono almeno due buoni motivi del perché un’azienda non può raccontarsi da sola. Il primo è legato alle competenze, termine molto usato, ma lasciato in disparte al momento di progettare e sviluppare un progetto di narrazione d’impresa. Storytelling Specialist, non è un appellativo da utilizzare per abbellire un biglietto da visita. E’ una figura professionale complessa, la quale ha una visione concreta di cosa significhi un’organizzazione aziendale oltre che capacità di utilizzo delle tecniche narrative. E’ un soggetto che va formato e che si auspica che in tempi brevi, ogni azienda ne possa avere uno all’interno del proprio organico. Il secondo motivo per il quale un’azienda non può raccontarsi da sola è legato alla soggettiva. Una struttura professionale esterna capace, è in grado di esprimere al meglio l’azienda, senza snaturarne l’identità, dando coerenza all’effettiva storia che c’è dietro ad ogni prodotto o ad ogni servizio, mettendo in luce il capitale più importante di un’azienda, che è quello umano”.
#INVESTIRE
La curiosità in sala a questo punto era totale. Eravamo al termine di un incontro che aveva cercato di disseminare spunti che potessero essere riflessioni concrete indirizzate verso un’azione. C’era il tempo per un’ultima domanda e questa, rispettosa di un canovaccio già visto, non poteva che essere: “Ma quanto costa un progetto di Corporate Storytelling?”.
Alzandomi quasi per aver un maggior contatto con l’intera platea senza distogliere gli occhi da colui che aveva posto l’interrogativo, risposi: “Ma lei quanto è disposto ad investire per far sì che la sua storia non abbia una fine, ma solo un inizio?”. Una serie di sorrisi presero il sopravvento nei volti dei presenti, dopodiché degli applausi sancirono il termine della serata.
Era stato un altro incontro di presentazione sul tema del Corporate Storytelling. Ancora una volta era stato qualcosa di più. Un momento di confronto per far capire che dietro quel termine storytelling c’è molto di più di un racconto. Si era parlato d’impresa. Si erano gettate le basi di una nuova storia. Chissà.