Mariateresa Silvestri – Da HR a CEO mettendo le persone al centro dell’impresa

Mariateresa Silvestri, CEO di Axet Facility
Mariateresa Silvestri, CEO di Axet Facility

 

C’è un luogo comune che circola spesso nelle aziende: chi si occupa di risorse umane non potrà mai diventare amministratore delegato. Una convinzione dura a morire, eppure la storia di Mariateresa Silvestri, oggi CEO di Axet Facility, ne è la smentita più limpida.

Il suo percorso parte da lontano, dai banchi del liceo classico a Bari, dove si scopre attratta dalla complessità delle relazioni e dalla curiosità di capire le persone. Dopo gli studi in Economia presso l’Università Commerciale “Lugi Bocconi” a Milano e l’esperienza in grandi aziende multinazionali, si ritrova in un contesto dove la parola “HR” significava soprattutto amministrazione e relazioni sindacali. Ma lei la interpretava diversamente: non un mero insieme di procedure, bensì un luogo privilegiato da cui osservare i talenti, valorizzarli, tenerne accese le motivazioni.

A segnare il suo cammino è stata soprattutto la formazione in Bocconi, dove ha incontrato docenti come Giuseppe “Beppe” Soda, Ferdinando Pennarola, Raoul Nacamulli, Giuseppe Airoldi, Stefano Liebman e altri maestri che le hanno lasciato in dote una vera e propria “cassetta degli attrezzi”. Non un bagaglio teorico, ma strumenti concreti per leggere la complessità delle organizzazioni e affrontarla con metodo. Così, quando un giorno qualcuno le disse che “un HR non farà mai il CEO”, quelle parole non suonarono come un limite, bensì come una sfida.

Il salto nella sua carriera arriva quando incrocia la strada di Axet, impresa familiare attiva nel Facility Management integrato. Un mondo fatto di cleaning, manutenzioni, servizi agli edifici e alle persone, con clienti nazionali e internazionali che chiedono efficienza, ma soprattutto affidabilità. Per Mariateresa non si trattava di un semplice cambio di azienda, ma di un salto quantico: dalla logica di una multinazionale a quella di un’impresa familiare, con le sue dinamiche interne, il rapporto diretto con l’imprenditore e il delicato equilibrio del passaggio generazionale. Qui il suo ruolo non è stato solo quello di manager, ma anche di facilitatrice, capace di armonizzare visioni diverse e accompagnare i figli del fondatore nella loro crescita in azienda.

A convincerla fu la trasparenza di quel primo incontro con l’imprenditore: poche parole, ma cariche di fiducia. Da allora ha fatto della fiducia il suo stile di leadership. Non quella cieca o retorica, bensì la fiducia che si costruisce attraverso il sacrificio: la disponibilità a spendersi in prima persona, a prendersi carico dei problemi, a rinunciare talvolta a qualcosa di sé per dare forza al gruppo. Per Mariateresa il sacrificio non è una perdita, ma l’investimento necessario per generare fiducia, perché solo chi dimostra con i fatti di esserci davvero può chiedere agli altri di seguirlo.

In questi anni ha guidato Axet in una fase di forte crescita, affrontando anche l’acquisizione di T&M System: un’operazione strategica, certo, ma che metteva in gioco culture aziendali diverse. Il vero lavoro non è stato unire fatturati o integrare organigrammi, ma creare un linguaggio comune, far dialogare squadre che fino al giorno prima si percepivano come mondi separati. “Prima delle strutture, vanno integrate le persone”, ama dire.

La stessa filosofia la applica con i clienti: Axet non vuole limitarsi a erogare servizi, ma essere un partner proattivo, capace di prevenire problemi e semplificare la vita di chi occupa gli edifici. È un approccio che porta dentro il facility management concetti come customer journey ed esperienza d’uso, trasformando attività apparentemente tecniche in un gesto di cura.

C’è un altro aspetto che racconta bene la sua visione: il tema dell’inclusione. Non intesa come slogan, ma come pratica quotidiana. In questo spirito è nata Equalis, frutto della volontà del fondatore di Axet, con l’obiettivo di dare a persone con disabilità e svantaggiate gli strumenti per entrare nel mondo del lavoro ed esserne valorizzate: un esempio concreto di come un progetto sociale possa diventare valore condiviso. Una leva che non genera solo reputazione, ma che crea coesione interna e orgoglio di appartenenza. E che dimostra come l’inclusione, se vissuta con autenticità, si rifletta nei comportamenti quotidiani delle persone prima ancora che nei report.

Oggi, guardando avanti, Mariateresa vede un futuro fatto di crescita sostenibile, non solo dimensionale, ma anche culturale; di innovazione tecnologica, con processi digitalizzati e edifici sempre più intelligenti; e soprattutto di continua ricerca di equilibrio: integrare realtà diverse senza perdere l’identità.

Mariateresa racconta la sua esperienza con naturalezza, senza mai indulgere in toni celebrativi. È consapevole che la leadership non è un traguardo, ma un cammino fatto di fermezza e umiltà. Di lei colpisce la determinazione: quella forza calma che trasmette sicurezza a chi la segue.

La sua storia è la prova che i percorsi non sono scritti in anticipo. Che i luoghi comuni possono essere ribaltati. E che un HR può eccome diventare CEO, se ha il coraggio di credere che le persone siano davvero il cuore di ogni impresa.

 

#ToBeContinued
Andrea Bettini