
Emanuele Rissone | Presidente e fondatore di Forever Bambù
A volte serve il rumore del silenzio per sentire davvero cosa conta. Un tempo lento, diverso, in cui le idee sedimentano e le priorità si ribaltano. Per Emanuele Rissone questo tempo è arrivato dopo una lunga corsa: quella dell’imprenditore seriale, dell’uomo d’affari capace di cogliere tendenze e aprire mercati, passando dalla finanza alla moda, dall’editoria alla tecnologia. Una vita fatta di accelerazioni e risultati. Ma anche, a un certo punto, di domande nuove.
“Mi sono chiesto che impatto stavo lasciando”, racconta oggi con la voce calma di chi ha trovato un nuovo baricentro. Il successo, dice, ha senso solo se porta valore anche agli altri, se lascia un segno positivo. Quel pensiero si è fatto sempre più pressante, fino a trasformarsi in scelta.
La risposta, inattesa e potente, è arrivata da una pianta: il bambù gigante. Una presenza silenziosa, resiliente, generosa. Capace di rigenerare la terra, assorbire CO₂, fornire materia prima sostenibile. Una graminacea, in fondo più simile a un’erba che a un albero, ma dotata di una forza straordinaria. Le sue canne si moltiplicano anno dopo anno, senza bisogno di essere ripiantate. I suoi rizomi si estendono sotto terra formando un intreccio che rende il terreno fertile, stabile, vivo.
Così nasce Forever Bambù, un progetto che è molto più di un’azienda. È una piattaforma che intreccia natura e tecnologia, economia e sostenibilità, impatto e futuro. Con oltre 250 ettari di foreste di proprietà e 1.000 ettari in gestione, tutte in Italia, coltivate secondo un disciplinare esclusivo, Forever Bambù è oggi la prima Carbon Specialist Company del Paese. Una realtà che ha messo radici profonde e solide, come quelle delle sue piante.
Il progetto si fonda su tre pilastri: la rigenerazione dei terreni con tecniche simbiotiche e biologiche, l’assorbimento certificato di CO₂ fino a 57 volte superiore rispetto a un bosco misto italiano, e la produzione di materiali innovativi che sostituiscono quelli ad alto impatto ambientale. Da una sola canna di bambù si ricavano bioplastiche, fibre tessili, alternative alla pelle, materiali per l’edilizia, cellulosa, silice organica. Un utilizzo integrale, circolare, intelligente. L’approccio è quello di un ecosistema, dove ogni parte è funzionale all’altra.
Ogni tonnellata di CO₂ assorbita viene certificata da enti indipendenti come il Politecnico di Milano, l’Università La Sapienza e RINA e poi, registrata su blockchain. Un meccanismo trasparente, tracciabile, ad alta integrità. Le aziende possono così acquistare Carbon Credit realmente efficaci o avviare il proprio bambuseto aziendale certificato, entrando in un’ottica di insetting e di responsabilità concreta. Non più compensare altrove, ma agire qui, nei propri territori.
Forever Bambù è anche una comunità: oltre 1.500 soci che hanno scelto di investire in un progetto condiviso, partecipato, orientato al bene comune. Emanuele la definisce una “foresta umana”, fatta di persone che credono nella possibilità di un’economia che rigenera, anziché consumare. Una foresta che cresce in silenzio, ma che ha imparato a parlare con voce autorevole.
Nel cuore della pianura padana, a Portomaggiore, uno dei bambuseti più belli d’Italia cresce silenziosamente, con piante alte oltre 15 metri e un assorbimento di CO₂ pari a 93.000 tonnellate già validate. È solo uno dei dodici impianti che Forever Bambù ha attivato, ma racconta bene l’idea che lo anima: trasformare ogni foresta in una risposta concreta alla crisi climatica.
Oggi Forever Bambù è una realtà imprenditoriale che produce valore economico, ambientale e sociale. Supporta imprese energivore nella loro transizione ecologica, sviluppa materiali biobased per sostituire quelli fossili, offre formazione certificata sui temi ESG, crea filiere circolari e made in Italy. È un laboratorio di futuro radicato nella terra. E tutto questo è nato da un cambio di sguardo.
In un tempo affollato di slogan sulla sostenibilità, Emanuele Rissone ha scelto la via più complessa ma anche più autentica: farla. Non come claim, ma come metodo. Come modello. Come radice. Perché è nelle radici che si custodisce la forza del cambiamento. E il bambù lo sa da sempre.
#ToBeContinued
Andrea Bettini