Un’azienda è composta di una serie di elementi che vanno oltre i numeri di un bilancio e i grafici di un fatturato. I valori che la contraddistinguono, come la reputazione acquisita e il capitale umano, sono solo alcuni dei parametri spesso intangibili ma in grado di fornire il giudizio complessivo di un percorso d’impresa di cui si conosce l’origine e del quale si cerca di costruirne un futuro attraverso un’attenta strategia.
Ma come si può dare tangibilità a questo se non attraverso la narrazione d’impresa? È proprio dalla stesura della storia di un’azienda che si può dare concretezza a tutto ciò. Mettendo nero su bianco ciò che è stato, ciò che è e ciò che sarà l’anima di quella azienda, si riesce a trasferirne all’interno il senso di appartenenza ad un sogno comune e all’esterno l’identità di un gruppo di lavoro in grado di raggiungere importanti traguardi.
L’applicazione della tecnica narrativa per dare tangibilità ad elementi aziendali, che altrimenti sarebbero di difficile interpretazione, vale sempre, in qualunque momento storico di un’azienda. Anche in quei momenti più difficili, anche quando ci si trova a dover vendere la società a soggetti esterni per problematiche puramente finanziarie, come sa bene Aldo.
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Erano già trascorse tre ore dall’inizio di quell’incontro. La porta della sala riunioni dell’ultimo piano si era aperta una volta sola. Quando Manuela, la segretaria di direzione, aveva portato dei caffè e dell’acqua dieci minuti dopo l’inizio del meeting.
In quella stanza l’aria era decisamente tesa, ma nello stesso tempo pregna di speranza. La posta in gioco era elevata. Per tredici anni, Aldo aveva condotto quell’azienda come fosse la cosa più importante della sua vita. Lo era ancora. Sebbene sapesse che doveva staccarsene, proprio per garantire un futuro all’impresa stessa e a tutti i suoi dipendenti.
Di fronte a sé aveva coloro che sarebbero potuti essere i nuovi proprietari. Due fratelli e un avvocato. Persone apparentemente molto diverse da Aldo, ma che avevano dalla loro dei buoni trascorsi professionali e soprattutto delle importanti risorse economiche. Aldo sapeva che questo non era tutto, ma che comunque erano dei requisiti necessari. Aldo avrebbe voluto qualcos’altro. Quella dimostrazione d’affetto che lui provava per la “sua” azienda e che gli altri non potevano percepire. Almeno per il momento.
Oramai l’accordo sembrava raggiunto. Ma Aldo voleva forzare sull’aspetto umano dell’azienda. Non faceva ciò per un patetico sentimentalismo. Bensì per dimostrare che il valore che stavano acquisendo quegli “estranei” era maggiore di quello riportato dai bilanci disposti su quel tavolo della sala riunioni.
Fu in quel momento che estrasse dalla cartellina, custodita gelosamente sotto le sue mani congiunte sul tavolo, una piccola brochure. Sulla copertina il titolo “L’unicità di essere noi stessi” spezzava una serie di fotografie di primi piani di persone. Aldo invitò i presenti a prenderne visione. Dopo un attimo di sorpresa e per non mancare di rispetto al loro interlocutore, i tre potenziali acquirenti iniziarono a sfogliare quel libro di forma tascabile. Testi ed immagini si alternavano, mentre la loro attenzione si faceva sempre maggiore. Aldo non disse nulla, si limitò a guardare ciò che stava succedendo. E ciò che stava succedendo era molto chiaro. Si soffermavano su quelle pagine. Ne leggevano degli stralci, mentre imprimevano nella loro memoria le fotografie.
Quel libro che era stato realizzato l’anno prima per essere distribuito durante una fiera, non era altro che il racconto di chi era quell’azienda attraverso le parole e le immagini dei suoi protagonisti. Tutti i dipendenti, i collaboratori e naturalmente pure Aldo, accompagnati da una struttura di professionisti legati al Corporate Storytelling, avevano partecipato alla realizzazione di ciò che per loro era quella azienda. La sua storia. L’impegno dimostrato. L’entusiasmo condiviso. I sogni, i tanti sogni che ognuno portava lì dentro e che trovavano nel sogno comune dell’azienda la loro possibilità di realizzazione.
Aldo attraverso quella pubblicazione aveva dato tangibilità all’intangibile. È per questo che prima di andarsene i tre nuovi proprietari dissero ad Aldo: “C’è tutto molto chiaro. Non deve aggiungere altro. Faremo continuare questo sogno”. Dopodiché lo abbracciarono e ancora una volta Aldo capì quanto fosse stato importante trasferire il lato umano della Sua azienda.