Luisa Rizzon – La forza dolce di una rete che libera

Luisa Rizzon, Presidente Women For Freedom

 

Non sempre serve un progetto dettagliato per cambiare le cose. A volte basta ascoltare quel senso di mancanza che bussa piano, ma con insistenza. È successo così anche a Luisa Rizzon, quando, dopo dieci anni nel mondo del profit, una carriera da responsabile amministrativa e tre figli piccoli a riempirle le giornate, ha capito che mancava ancora qualcosa. Non era un vuoto, ma piuttosto un bisogno di pienezza.

Una chiamata condivisa con Davide e Marica, amici di visione e di esperienza, ha fatto il resto. Nessun business plan, solo un’intuizione chiara: mettere le proprie competenze al servizio di donne e bambini nei contesti più fragili del mondo. È nata così Women For Freedom, un’associazione che da undici anni lavora con delicatezza e determinazione per restituire diritti, autonomia, fiducia. In una parola: libertà.

I primi passi hanno il sapore di scelte coraggiose e relazioni autentiche. In Camerun, una cooperativa di donne avvia attività economiche partendo da microprestiti gestiti in autonomia. In Nepal, l’incontro con Lily Thapa e la sua associazione Women for Human Rights apre le porte a un impegno a fianco delle vedove, private di ogni diritto dopo la perdita del marito. Aiutare “gli ultimi tra gli ultimi” diventa la cifra di un agire concreto, umile, continuo.

Nel tempo, la rete si allarga. Il gruppo iniziale si apre a nuove energie, nuovi sguardi, nuove competenze. Nessun protagonismo, ma una leadership diffusa, dove ogni due mandati il presidente cambia, per garantire un respiro sempre vitale all’associazione. Oggi Women For Freedom conta oltre 130 volontari, sedici soci attivi e una comunità in espansione che condivide valori e responsabilità.

Nel 2020, la pandemia impone una riflessione e sposta lo sguardo più vicino, in Italia. Nasce così il progetto Energia Donna, dedicato a donne che hanno subito violenza e che, dopo un percorso di protezione, faticano a riconquistare l’autonomia. Attraverso tirocini retribuiti di sei mesi presso aziende del territorio, queste donne ritrovano un lavoro, ma soprattutto la fiducia in sé stesse. Più della metà delle partecipanti è stata poi assunta.

Un’iniziativa che ha attirato l’attenzione di molte realtà aziendali del Veneto e che, proprio in questi giorni, ha ottenuto anche il sostegno di Fondazione Cattolica, nell’ambito del bando “Una mano a chi sostiene”. Un riconoscimento che conferma il valore trasformativo di un progetto nato dalla capacità di ascoltare i bisogni reali e rispondere in modo essenziale, ma incisivo.

Accanto ai progetti concreti, cresce anche l’azione culturale. Nelle scuole, nelle imprese, negli spazi pubblici, Women For Freedom promuove una vera cultura del rispetto: una prevenzione che parte dall’educazione e dal dialogo. In questo solco nasce Liberamenti, festival biennale che esplora parole-chiave come rinascita, equilibrio, libertà. Un tempo lento per riflettere, creare, sentire. E un’occasione per raccontare non solo il dolore, ma la forza che può nascere dopo.

Oggi Luisa Rizzon continua a mettere la sua passione in tutto quello che fa. Gestisce un negozio di giocattoli, cresce tre figli e dedica il suo tempo libero – e non solo – all’associazione. Senza clamore, ma con una presenza costante. Sa fare un passo avanti quando serve e, uno indietro quando è il momento di lasciare spazio.

Quando le chiedono cos’è Women For Freedom, parla di persone e rete. Quando le chiedono chi è Luisa, risponde con semplicità: «Una donna che ama la vita». E forse è proprio questo il cuore della storia. Amare la vita abbastanza da volerla migliore, anche per chi non ha avuto le stesse opportunità. Anche solo per una persona. Anche solo un passo alla volta.

Ph. Credits: Marco Sartori

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Andrea Bettini