<<Ma la vostra impresa che musica suona?>>
La domanda era stata accolta con curiosità e un pizzico di ilarità. Mentre qualcuno aveva sgranato gli occhi, altri avevano una primordiale forma di sorriso sulle labbra. In sala c’erano per lo più responsabili HR e sicuramente ai più era sembrato una forma bizzarra per rompere il ghiaccio di un workshop il cui titolo era “Sentirsi parte di una storia comune”.
Dopo aver atteso invano per una manciata di secondi una risposta da qualcuno di loro, con il tono di chi vuole avere un parere sul tema, incalzo con una seconda domanda: <<Ma se la vostra impresa fosse una band… che musica suonerebbe?>>. A questa nuova sollecitazione gli occhi iniziarono ad assumere una forma più riflessiva e le labbra si preparavano a prendere il movimento di chi è loquace, come le monoposto di Formula 1 sono pronte a sfrecciare dalla griglia di partenza allo scattare del semaforo verde.
<<POP; folk; classica… rap>>. Erano le prime risposte che venivano enunciate e ancora <<Non può essere che… jazz>>; <<… decisamente una world music>>; <<Assolutamente swing!>>. Non solo venivano citati generi musicali diversi, ma ogni scelta veniva sostenuta con tutta una serie di minuziosi dettagli. <<Siamo un’azienda giovane, dove la passione è l’elemento dominante. Ci fissiamo obiettivi ambiziosi. Siamo molto professionali, ma nello stesso tempo ci piace divertirci e perché no, anche provocare. Non potremo che essere una band punk>>.
Man mano che continuavano gli interventi, tutti capivano che da quell’interrogativo iniziale, ognuno stava perfettamente mettendo a fuoco le sonorità della propria impresa. Non erano delle semplici boutade le cose che venivano elencante, ma un esercizio che aveva permesso ad ognuno di loro di mettere a fuoco la narrazione della propria impresa, soffermandosi naturalmente sull’aspetto di quale colonna sonora fosse la più coerente per raccontare la storia delle rispettive imprese.
Ma la cosa non finì lì. Un nuovo sussulto da parte dell’aula, avvenne nel momento in cui agganciai alle loro risposte un altro interrogativo: <<Voi vi sentite rappresentati dal genere musicale delle vostre imprese? E quando scegliete un nuovo candidato da inserire nella “band” gli ponete questa domanda?>>. Alcuni sguardi iniziarono a farsi più cupi. Altri invece a brillare, con una lieve oscillazione del capo in cenno di consenso. È chiaro che non era più un semplice gioco. La cosa aveva scatenato un’indagine introspettiva sull’identità della propria impresa e se loro in primis si ritrovavano rappresentati da quella musicalità. Oltre a ciò, iniziarono a porsi anche il dubbio, se le nuove persone da inserire all’interno dell’organizzazione venivano effettivamente scelte sulla base delle loro capacità di suonare il genere musicale che caratterizzava le loro imprese.
Prima di passare ad un altro tema della giornata, una delle persone sedute in fondo alla sala e che non aveva ancora espresso il suo pensiero, si alzò e con fierezza disse: <<La mia impresa suona il rock. Tutti noi che ci lavoriamo abbiamo tendenzialmente un animo rock e se devo dirla tutta… anche i nostri clienti ci assomigliano. Grazie non avevo mai pensato al nostro gruppo come ad una band e questo esercizio mi ha permesso di capire meglio chi siamo, cosa facciamo e soprattutto come lo facciamo>>.
Per quanto mi riguarda quell’incontro poteva terminare lì. Let’s Rock!