Spesso quando si parla di narrazione d’impresa si fa riferimento a una storia ancorata al passato. Ma cosa succede se questo racconto ha una trasposizione nel futuro? O meglio ancora, quando la tecnica narrativa diventa un attivatore per il raggiungimento di determinati risultati?
Partiamo da una constatazione: “Un’idea prende forma e sostanza nel momento stesso in cui viene scritta”. Questo è un dato di fatto. Che siate sognatori o persone pragmatiche, sarà capitato anche voi di mettere su carta dei pensieri, strutturarli, affinarli e condividerli, per poi rendervi conto che essi iniziavano a vivere. Proprio così, potere della scrittura, capacità di visualizzare, comunque sia la progettazione del futuro passa proprio da qui. Succede se dovete realizzare una casa, perché non dovrebbe accadere con un progetto “mobile”.
Ma facciamo un passo ulteriore. Cosa accade se l’epilogo coincidesse con il raggiungimento di una vostra meta importante? L’esercizio qui da fare è tanto semplice, quanto efficace. Fate iniziare la vostra storia dalla fine. Descrivete nei minimi particolari cosa è successo quello straordinario giorno che avete raggiunto la vostra meta. Le vostre emozioni. Dove eravate. Con chi eravate. Più precisi sarete più potente sarà il vostro racconto. Fatto questo, che rappresenterà il primo capitolo, andate a ritroso. Facciamo quello che viene definito un’attività di reverse engineering. Dal momento che per raggiungere una meta importante occorre prima raggiungere degli obiettivi intermedi, fate sì che il secondo capitolo racchiuda il senso di cosa è successo il momento prima di aver tagliato il traguardo, quel momento dove anche l’ultimo obiettivo era stato raggiunto, ma mancava ancora un po’ per dire “ce l’ho fatta”. Metaforicamente parlando potrebbe corrispondere a quegli ultimi km che dividono il maratoneta dal traguardo. Forse i più difficili, sicuramente i più intensi. Concluso il secondo capitolo, proseguite nei successivi. La descrizione dell’obiettivo intermedio, quello immediatamente prima e via di seguito fino ad arrivare all’ultimo capitolo quello che rappresenta la vostra partenza. Quello nel quale l’entusiasmo è al massimo e le paure sono state ben allontanate.
Per aiutarsi nella descrizione esaustiva di questo racconto sicuramente ci si può rifare alla schema narrativo individuato da Joseph Campbell nel suo “Il viaggio dell’eroe”. L’aumento della consapevolezza rispetto ad un problema, la preparazione al cambiamento, i miglioramenti e le battute d’arresto, la trasformazione, fino ad arrivare all’atto finale della padronanza della situazione e il raggiungimento della meta. Gli stessi personaggi archetipi ricorrenti che accompagnano l’eroe nel suo viaggio vanno raccontati. La descrizione di se stessi (l’eroe), di chi si è. Pregi, difetti, punti di forza e di debolezza. Il mentore, la nostra guida in questo viaggio. Il messaggero, colui che comunica l’inizio del viaggio. Il mutaforme, colui che semina il dubbio, l’ombra (il nemico) e l’imbroglione (la spalla). Ma soprattutto sarà necessario per ogni tappa, per ogni obiettivo definire quali sono state le “cattive” abitudine alle quali si è dovuto rinunciare per raggiungere i singoli obiettivi e invece le nuove modalità d’azione adottate.
Provate a farlo. Non è un semplice esercizio di scrittura creativa, ma è la messa in opera di un piano che vi può dare grandi soddisfazioni, personali e professionali.