È quasi un rituale. Alcune volte viene chiesto con cognizione di causa, altre, come fosse un intercalare di un discorso il cui interesse è relativo. Solo l’ennesima offerta. Così per avere un termine di paragone. Così, per poter fare un confronto. Ma non è detto che a domande pre-confezionate si debba rispondere con parole scadenti. È così che in uno dei primi giorni del nuovo anno, sul lungomare di Sorrento, può succedere qualcosa di inaspettato.
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<<Quanto costa un progetto di storytelling?>>
<<Tanto!>>
Senza esitazioni. Scandendo bene le lettere. Con un tono di voce che avrebbe richiamato l’attenzione di un’intera sala di persone distratte se ce ne fosse stato bisogno. Accentuando quel punto esclamativo fino quasi a renderlo una forma di esortazione.
Fu questa la risposta che Antonio, specialist storytelling di un’agenzia di comunicazione turistica, dette a Mariano, trentottenne responsabile marketing di una grossa struttura alberghiera che si affacciava sul golfo di Sorrento.
Gli istanti che separarono la reazione di Mariano a quella risposta sembrarono interminabili. Il suo sguardo, che fino ad allora sembrava distratto dalle ordinazioni degli avventori del bar dove si trovavano, ora era fisso sulle labbra di Antonio, quasi ad attendere una prosecuzione verbale per tale affermazione.
Antonio invece, in fase completamente rilassata, come se avesse confessato ad un caro amico un antico segreto, iniziò con la penna a spuntare gli impegni di giornata su quella sua agenda un po’ retrò. Fu allora che Mariano riprese in mano dalla memoria a breve quanto gli aveva detto Antonio, prima di quella sua fatidica risposta. Man mano che arrotolava i pensieri, quel “tanto!” iniziava ad assumere un significato preciso.
Antonio gli aveva parlato dell’impegno di affrontare un progetto di storytelling. Gli aveva ben spiegato che non si sarebbe trattato solo di scrivere una bella storia che raccontasse l’albergo che Mariano rappresentava. Gli aveva detto che alla base di tutto doveva esserci una strategia e una visione di voler modificare gli archetipi sui quali poggiava l’attuale comunicazione di quell’impresa. Questo avrebbe richiesto tanto sacrificio e una volontà precisa di cambiamento.
La narrazione che si sarebbe intrapresa con questo progetto avrebbe messo al centro l’anima di quell’albergo. Non si sarebbe trattato dell’ennesima attività di promozione, in parte patinata, che Mariano ed i suoi colleghi erano abituati a fare. Con questo progetto ci si sarebbe avvicinati alla soggettiva usata dagli ospiti della struttura alberghiera quando premiano o meno il proprio soggiorno ponendovi una recensione che poi viene condivisa. Questa modalità di comunicazione avrebbe richiesto tanta umiltà e tanta determinazione nel voler essere sempre più vicini ai clienti, protagonisti indiscussi di un soggiorno che trovava nel termine esperienza il suo naturale sinonimo.
È così che man mano che Mariano rimetteva in fila le parole di Antonio, quel “tanto!” assumeva il suo completo significato. Era chiaro che poi il tutto doveva essere accompagnato da una valutazione economica, però ora quell’avverbio di quantità andava a trovare giustificazione e completa comprensione. Quelle cifre in calce all’ultima pagina della proposta, la quale per velocità e sequenza con cui veniva consultata sarebbe potuta essere la testimone che “gli ultimi saranno i primi”, erano diventate solo uno degli indicatori per scegliere o meno quel progetto. Certo sarebbe dovuto rientrare nel budget che si voleva investire, però non sarebbe stato l’unico elemento per la sua valutazione.
Mentre Antonio era arrivato a puntare la sfera della sua penna sull’ultimo appuntamento per quella giornata, Mariano concluse le sue riflessioni guardando un turista americano che ordinava un espresso. Poi indicando l’agenda di Antonio gli disse:
<<Prova a vedere se la prossima settimana hai una mattina libera per passare da noi in albergo. Vorrei presentarti il nostro direttore e continuare con lui la discussione di questo progetto. Lo trovo molto interessante, forse è la volta buona che facciamo qualcosa di reale per comunicare con i nostri clienti>>. Mariano non aggiunse altro. Antonio girò un paio di pagine e sulla terza appuntò il nome di Mariano con un’ora precisa, quella dell’inizio di una nuova storia.